Siamo arrivati agli ultimi tre passi dello Yoga secondo Patañjali; sono pratiche che vanno molto più nel sottile rispetto alle precedenti e che giungono dopo aver praticato con costanza i precedenti passi. Non occorre essere perfetti nei passi precedenti, ma praticare con consapevolezza, costanza e disciplina.
PRATYĀHĀRA
“Pratyāhāra è il ritirarsi dei sensi, della mente e
della coscienza dal contatto con gli oggetti esterni per ricondurli poi verso
il veggente” – Yoga Sūtra II, 54
Nel Pratyāhāra i sensi non sono travolti dagli oggetti
esterni ma sono diretti verso l’interno.
“Il Pratyāhāra dà come risultato l’assoluto controllo
degli organi dei sensi” – Yoga Sūtra II, 55
Quando raggiungiamo questo stato i sensi sono
controllati e la mente acquietata e proiettata verso la ricerca spirituale.
DHĀRAṆĀ (concentrazione)
In questo stadio la mente si concentra su un unico punto
o su un solo compito e ne viene completamente assorbita; per arrivare a questo
stato di concentrazione la mente deve prima essere placata con il Pratyāhāra.
DHYĀNA (meditazione)
Una volta acquietati i sensi, concentrata la mente su
un unico punto in modo stabile può sopraggiungere lo stato meditativo. Corpo,
respiro, sensi, mente ragione e Io sono integrati nell’oggetto della
meditazione, lo Spirito Universale). Praticando con costanza il praticante
acquista un mente equilibrata, serena e tranquilla.
SAMĀDHI (beatitudine, illuminazione)
Letteralmente la parola Samādhi significa unione. Il Samādhi
è il compimento della ricerca del praticante di Yoga che sopraggiunge in
profonda meditazione. Corpo e sensi sono a riposo come durante il sonno, ma
mente e ragione sono vigili come da svegli. Durante il Samādhi il praticante
diventa un tutt’uno con l’oggetto di meditazione estraniandosi dall’ego; negli
stati più elevati del Samādhi lo Yogi mantiene comunque il proprio senso di
identità ma è consapevole di essere una piccola parte di un tutto e di avere un
ego con cui può agire nel mondo.
Ricordiamoci ancora che i passi precedenti sono indispensabili per arrivare a questi ultimi. Yoma e Nyama sono necessari per passare alle posizioni (senza di essi le posizioni diventano solo ginnastica, esercizi utili per il corpo ma nulla di più), gli Asana (le posizioni) sono necessari per mantenere la salute del corpo, Prāṇāyāma per canalizzare le nostre energie e calmare corpo e mente.
Non ci resta che metterci "al lavoro"...Buona pratica!
BIBLIOGRAFIA
- “Commento agli Yoga Sūtra di
Patañjali” di B. K. S. Iyengar
- “Teoria e pratica dello yoga”
di B. K. S. Iyengar
- "Raja Yoga" di Swami Kriyananda
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