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Medico Fisiatra, Medico Ayurvedico diplomato c/o Ayurvedic Point (Corso di Master quadriennale in Medicina Ayurvedica), insegnante di Yoga, oli essenziali

mercoledì 4 novembre 2020

Gli otto passi di Patañjali: i Nyama

 


“La pulizia, l’accontentarsi, il fervore religioso, lo studio del sé e l’arrendersi al Sé Supremo o Dio sono i Nyama” – Yoga Sūtra II, 32

Nyama sono le pratiche individuali necessarie al praticante per edificare il proprio carattere; il fondamento per seguire questi principi è l’autodisciplina. Sono regole di condotta che individuale.  Essi sono:

  • ŚAUCHA (pulizia) – la pulizia innanzitutto del corpo è fondamentale per il benessere e per essere in una condizione ottimale per la ricerca e la crescita spirituale. Il lavarsi purifica il corpo a livello esteriore, Āsana (posizioni yoga) e Prāāyāma (respirazioni yogiche) lo purificano internamente e fisiologicamente. Il Prāṇāyāma infatti pulisce i polmoni, ossigena il sangue e agisce anche favorevolmente sulla mente. Prāṇāyāma e pratiche meditative puliscono la mente.
“Quando il corpo è pulito, la mente è purificata e i sensi controllati, arriva anche la gioiosa consapevolezza necessaria per realizzare il sé interiore” – Yoga Sūtra II, 41
  • SANTOA (virtù dell’essere appagato) – Un praticante che non sente mancanza delle cose, che si sente appagato da quello che ha è un praticante felice e che vive in tranquillità. Renderci conto che abbiamo tutto quello che ci è necessario e non desiderare in modo compulsivo di avere il superfluo evita di generare sofferenza inutile.
“La felicità suprema ha origine dall’appagamento e dalla benevolenza della coscienza” – Yoga Sūtra II, 42
  • TAPAS (autodisciplina) – Tapas indica l’ardore nel fare qualcosa per raggiungere un obiettivo; infatti, la parola Tapas deriva dalla radice “-tap” che significa divampare, bruciare. Tapas può essere di tre tipi: riferita al corpo (esempi sono la moderazione e la non violenza), alla parola (far conoscere la verità, non parlare male degli altri, non offendere o parlare in modo violento) o alla mente (sviluppare modi di pensare che ci mantengano tranquilli ed equilibrati). Con tapas si lavora senza egoismo per sviluppare forza nel corpo e nella mente.
“L’autodisciplina brucia tutte le impurità e accende la scintilla della divinità” – Yoga Sūtra II, 43
  • SVĀDHYĀYA (studio del sé) – Svādhyāya comprende lo studio dei testi classici tradizionali di Yoga per comprendere la propria natura e la natura della propria anima.
“Lo studio del sé porta alla realizzazione di Dio e alla comunione con la divinità desiderata” Yoga Sūtra II, 44
  • ĪŚVARA PRAIDHĀNA (arrendevolezza al divino) – Arrenderci con fiducia a “qualcosa di più grande”; sviluppare devozione verso qualcosa di più grande di noi che permea tutto (qualsiasi sia la divinità in cui crediamo). Dedicare tutte le proprie azioni al divino libera dall’aspettativa e dall’ego. Ma non solo, riconoscere il divino in tutte le altre creature porta il praticante Yoga e trattare sé stesso, tuti gli esseri viventi e tutto ciò che ci circonda con estremo rispetto.
“L’arrendersi a Dio porta alla perfezione del Samādhi” – Yoga Sūtra II, 45

BIBLIOGRAFIA

  • “Commento agli Yoga Sūtra di Patañjali” di B. K. S. Iyengar
  • “Teoria e pratica dello yoga” di B. K. S. Iyengar

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