La medicina ayurvedica dà molta importante all’alimentazione
per il mantenimento della salute. Nel testo tradizionale Caraka Saṃhitā troviamo
scritto:
“Il cibo sostiene la vita degli esseri viventi. Tutti gli
esseri viventi nell’universo richiedono cibo. Carnagione, chiarezza, bella
voce, longevità, genialità, felicità, soddisfazione, nutrimento, forza ed
intelletto, sono tutti condizionati dal cibo.” – C. S. Sūtrasthāna
27, 349
Quindi il cibo non rappresenta solo una necessità per
sostenere la fisiologia del corpo, ma è fondamentale anche per la salute a 360
gradi anche in senso mentale ed emozionale.
In generale non esiste una dieta adatta a chiunque, la dieta
ideale dipende dalla costituzione, età, attività giornaliera, eventuali patologie.
La cosa fondamentale per approcciarsi in modo corretto all’alimentazione è la
consapevolezza, ascoltare in profondità il nostro corpo per comprendere cosa ci
fa bene e cosa no (attenzione il nostro corpo, non la nostra mente che ci
inganna), vivere in armonia con l’ambiente e quindi scegliere alimenti di
stagione e il meno processati possibile, osservare il cibo per comprenderne la
natura.
È inoltre molto importante come si mangia (abbiamo già parlato
in un altro post di questo argomenti) e in che condizioni è il nostro potere
digestivo.
Uno dei concetti chiave per capire l’alimentazione ayurvedica è il concetto di Rasa (sapore), essi ci aiutano per scegliere l’alimentazione adeguata e combinare i vari alimenti. i sapori derivano dalle varie combinazioni dei cinque elementi che sono presenti in ogni cosa.
I sapori sono percepiti attraverso il
senso del gusto quando il cibo viene a contatto con la lingua; essi sono sei:
MADHURA (DOLCE): terra + acqua.
Non si tratta propriamente del sapore dolce come quello che
intendiamo noi (lo zucchero e i dolci tanto per intenderci), ma il sapore dolce
riguarda tutti quegli alimenti che nutrono il corpo, che danno struttura
accrescono i tessuti corporei. Il sapore dolce favorisce la crescita, dono
calma e stabilità, ma attenzione in eccesso potrà causare diabete, obesità,
problematiche cardiache, sonnolenza, pigrizia e rallentamento della digestione.
Le qualità del sapore dolce sono pesantezza, untuosità, umidità e freddezza; a
causa di queste qualità opposte a quelle del fuoco digestivo un eccesso di
sapore dolce andrà a rallentare la digestione. Aumenta Kapha e tende a ridurre
Vata e Pitta. I principali cibi caratterizzati dal sapore dolce sono: pasta,
grano, riso, cereali, latte, burro, legumi, frutta e ovviamente anche miele e
zucchero.
AMLA (ACIDO): terra + fuoco.
Il sapore acido è uno stimolante di appetito e digestione
aumentando il fuoco digestivo favorendo assimilazione ed evacuazione (grazie
all’elemento fuoco), inoltre nutre e dona energia al corpo (grazie all’elemento
terra). Le sue qualità sono caldo, untuosità, leggerezza. Aumenta Pitta e Kapha
e riduce Vata. Esempi di cibi con sapore acido sono: frutta acida, yogurt,
aceto, pomodori.
LAVANA (SALATO): acqua + fuoco.
Anche il sapore salato accende il fuoco digestivo e aumenta
l’appetito grazie all’elemento fuoco. L’eccesso di sapore salato può andare
però a provocare irritazioni, prurito e gonfiore. Le principali qualità del
salato sono pesantezza, calore e umidità. Aumenta Pitta e Kapha e pacifica
Vata. Il sapore salato lo troviamo nel sale marino, e nel salgemma.
KATU (PICCANTE): aria + fuoco.
Il piccante accende il fuoco digestivo (come facilmente
intuibile dalla preponderanza dell’elemento fuoco), è il sapore più stimolante
per la digestione. Possiede le qualità di leggerezza, secchezza e calore. È anche
un purificante (aumenta le secrezioni nasali, diminuisce il gonfiore, agisce
favorevolmente in caso di parassiti intestinali). Ma attenzione, in eccesso
porta a disidratazione, irritazioni e irritabilità. I cibi che contengono
maggiormente questo sapore sono: pepe, peperoncini vari, aglio, cipolla,
zenzero, tutte le spezie piccanti e ravanelli.
TIKTA (AMARO): aria + etere
Il sapore amaro ha proprietà purificanti, diminuisce la
ritenzione idrica, è tonico per il fegato e stimola la digestione. Aiuta anche
nel caso di parassiti e vermi. In eccesso disidrata. Le sue qualità sono
freddezza, leggerezza e secchezza. I cibi in cui è più presente il sapore amaro
sono le erbe spontanee come il tarassaco e la cicoria, la curcuma, il fieno
greco, il rabarbaro. Aumenta Vata e riduce Kapha e Pitta.
KAṢĀYA
(ASTRINGENTE): aria + terra
Il sapore stringente è secco, freddo e leggermente pesante. Per
capirci l’astringente è quella sensazione di “allappamento” quando mangiamo un
frutto non ben maturo. L’astringente ha proprietà antinfiammatorie, purificanti
e disidratanti. Lo troviamo come sapore secondario in alimenti come: patate,
the, cavolo cappuccio e cavoletti di Bruxelles, melograno, frutta acerba (per
esempio cachi e banane).
Una dieta equilibrata dovrebbe contenere tutti questi sapori
nella giusta proporzione; infatti, Caraka ci dice:
“Questi sei sapori se impiegati nella giusta dose e nel
modo appropriato, da soli o in combinazione, sono di sostegno per tutte le
creature, ma se impiegati diversamente sono di detrimento. Il saggio li impiegherà
nella giusta dose e nel modo corretto per derivarne beneficio” – Caraka Saṃhitā
Sūtrasthāna
26, 44
BIBLIOGRAFIA
- "La saggezza del cibo" di Barbara Bergnach e Valter Ravasi
- "La cucina ayurvedica" di A. Morningstar e U. Desai
- "Āyurveda" di F. J. Ninivaggi
- https://healthyayurveda.com/
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